Come ha più volte ricordato la Commissione Europea, quello della parità e dell’uguaglianza di genere è un tema cruciale che tutti gli stati membri dovrebbero affrontare in maniera seria e rigorosa. Garantire una parità di trattamento è, infatti, un dovere giuridico e uno degli scopi principali di ogni sistema democratico. In base a quanto riportato dal World Economic Forum, però, la situazione dell’Italia in tema di parità e uguaglianza tra uomini e donne è estremamente preoccupante. Nel nostro paese, infatti, si registra una differenza significativa di trattamento uomo-donna, in particolare nell’accesso alle cariche più prestigiose a livello politico ed economico. A parità di ruolo e di anzianità di servizio, le donne guadagnano circa il 30-40% in meno rispetto ai colleghi uomini.
Numerosi sondaggi confermano che, purtroppo, i datori di lavoro preferiscono assumere dipendenti maschi, poiché ritengono che le donne sia maggiormente proiettate nella cura della famiglia e dei figli e, di conseguenza, meno produttive sul lavoro. Combattere questi stereotipi e assicurare alle donne un’uguaglianza di trattamento è fondamentale per portare l’Italia a raggiungere gli standard degli altri paesi europei.
L’indagine annuale del World Economic Forum
Ogni anno il World Economic Forum stila un report incentrato sul tema dell’uguaglianza e della parità di trattamento tra uomini e donne analizzando quattro aree principali: “partecipazione economica e opportunità finanziarie”, “accesso all’istruzione e risultati educativi”, “salute e sopravvivenza”, e “potere e coinvolgimento politico”. Nell’indagine del 2017 l’Italia si è fermata solo all’82 esimo posto in classifica, ed è stata superata perfino dalla Slovenia e dalle Filippine. Rispetto al report del 2016 il nostro paese ha perso 32 posizioni e ben 41 rispetto al 2015. Ciò testimonia una situazione estremamente critica di fronte alla quale le istituzioni italiane sono chiamate ad impegnarsi seriamente per invertire il trend.
In particolare, il World Economic Forum ha notato che in Italia le donne sono molto penalizzate nel raggiungere incarichi di vertice.
La predominanza degli uomini nei ruoli di potere
Sia nel settore pubblico che nel privato i ruoli più importanti sono quasi sempre ricoperti da uomini. Basti pensare all’assegnazione del ruolo di “Primario” negli ospedali, di Presidente del Consiglio o Presidente della Repubblica, alle cariche di Presidente della Corte dei Conti o di Giustizia: tutti questi ruoli sono quasi esclusivamente ad appannaggio di uomini. Secondo il report WEF 2017, solo il 31% dei parlamentari italiani sono donne e solo il 28% delle cariche di ministro è affidato a donne. Altro dato allarmante è che il 62% della forza lavoratrice femminile risulta sottopagata e, prevalentemente, è inquadrata con contratti transitori o part time. La cosa che colpisce è che- contrariamente a quanto si possa pensare- le donne lavorano mediamente di più dei loro colleghi maschi: una media di 512 minuti al giorno contro i 453 degli uomini. Di front
e a tale scenario è importante che le Istituzioni Italiane affrontino il problema della disparità di genere in maniera seria e scrupolosa, trovando soluzioni efficaci in modo da salvaguardare i principi costituzionali e democratici di uguaglianza e di parità di diritti.