Venezia è una delle città più belle del mondo ed ovunque è famosa per il suo Carnevale e per il suo Casinò, uno dei più antichi e prestigiosi a livello internazionale.
Forse pochi sanno che nel periodo rinascimentale sia il gioco d’azzardo che l’uso delle maschere erano un’abitudine quotidiana. Nel 1638 il Comune di Venezia aprì la prima sala da gioco d’azzardo e tutti, eccetto i croupier, erano soliti portare la maschera. Camminando per una delle vie, o meglio delle “calle” di Venezia nel XVI secolo, avreste dunque incontrato tantissime persone con indosso delle maschere, tanto che il saluto tipico del Rinascimento era: “buongiorno signora maschera”. Si trattava di un’abitudine estremamente diffusa che andava ben oltre il periodo del Carnevale, che comunque, all’epoca, durava oltre due mesi.
Durante tutto l’anno, infatti, i cittadini Veneziani erano soliti indossare la maschera anche per andare a passeggio, per andare al Casinò a giocare d’azzardo o per partecipare a eventi pubblici o privati. La maschera veniva indossata indistintamente da ricchi e poveri, nobili e borghesi, da persone pubbliche e private. Ma perchè i Veneziani amavano così tanto indossare una maschera?
Il significato “democratico” della maschera
In realtà, oltre al senso di privacy e al desiderio di celare la propria identità, la maschera nel periodo Rinascimentale aveva un valore di uguaglianza sociale. Nessuno poteva sapere chi si celasse dietro una maschera e ciò garantiva il massimo della democraticità: tutti, infatti, venivano trattati nello stesso modo. La maschera più diffusa era la “bauta”: questa maschera- interamente bianca- copriva tutto il viso e lasciava scoperta solo la parte della bocca in modo da consentire alle persone di mangiare e di parlare senza mai toglierla. Nel corso degli anni, l’amministrazione comunale veneziana- capitanata dai Dogi- emanò numerosi decreti ed editti per impedire, o quantomeno per limitare, l’utilizzo della maschera. Le motivazioni di queste restrizioni erano dovute soprattutto a ragioni di sicurezza e di ordine pubblico. Nonostante i tanti divieti, però, i veneziani continuarono ad indossare la maschera soprattutto quando si recavano al Casinò.
L’Uso della maschera nel gioco d’azzardo
Il gioco d’azzardo era un’altra attività particolarmente amata dai Veneziani e, spesso, le persone più in vista, erano solite coprirsi con la maschera per celare la loro identità e per mantenere la loro privacy. Durante il Rinascimento l’amministrazione comunale decise di porre un limite anche al gioco d’azzardo autorizzandolo solo nel periodo del carnevale. Ma tale divieto, al pari di quello sull’uso delle maschere, non venne mai seguito dai Veneziani. Gli unici casi in cui i Veneziani accettarono di non indossare le maschere era in chiesa durante le funzioni religiose, nei bordelli e durante i periodi di peste in modo da poter riconoscere da lontano gli eventuali malati e evitare il contagio.
Il Carnevale veneziano dal Rinascimento ai giorni d’oggi
Come abbiamo visto, durante il periodo rinascimentale il Carnevale veneziano durava oltre due mesi, e l’abitudine di portare le maschere si estendeva per tutto l’anno. Oggi i festeggiamenti per il Carnevale sono più limitati nel tempo e seguono il calendario canonico ma il valore e l’importanza di questa festa per gli abitanti di Venezia non sono certo cambiati. Il Carnevale veneziano è ancora oggi una delle feste più popolari d’Italia, seguito solo dal Carnevale di Viareggio e da quello di Ronciglione. Ogni anno durante il periodo carnevalesco, Venezia viene letteralmente invasa dai turisti che fanno a gara per chi indossa la maschera più bella. Tutta la città è un tripudio di colori, di dolci e di sfarzosi costumi, molti dei quali d’epoca. Durante il Carnevale in città si respira un’aria magica che fa rivivere gli antichi splendori dell’epoca Rinascimentale.